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2 Dicembre 2022Intelligenza Artificiale: nuove opportunità e prospettive per imprese e per la società
Pignedoli: “Intelligenza artificiale: fondamentale è creare una perfetta sinergia con l’uomo”
Comunicato stampa
Treviso, 26 novembre 2022 – L’incontro di oggi, 26 novembre, tenutosi presso l’Auditorium Fondazione Cassamarca a Treviso “Intelligenza artificiale, innovazione e impresa” è stato un momento di confronto sulle novità e le opportunità che stanno emergendo in ambito scientifico, aziendale e nelle istituzioni europee in tema di trasformazione digitale e AI.
L’incontro è il primo di una serie organizzata dall’On Sabrina Pignedoli in tutto il territorio veneto, culla di piccole, medie e grandi imprese, che sottolinea: “Le potenzialità dell’Intelligenza Artificiale sono innumerevoli. Uno strumento che dobbiamo imparare ad applicare, gestire ma anche essere pronti a controllare in futuro sotto l’aspetto etico, giuridico, politico. Purtroppo, l’Italia si contraddistingue per quel noto fenomeno della fuga dei cervelli per cui giovani con buona formazione fanno fatica a entrare nel mercato o ad affermarsi, per cui preferiscono trasferirsi all’estero. È un fenomeno che non aiuta la crescita del Paese, per cui è fondamentale intervenire sulla formazione. Per quanti riguarda l’AI, in particolare, attualmente la formazione è prevalentemente affidata ai percorsi scientifici universitari e questo è un limite perché la formazione relativa all’IT dovrebbe essere proposta anche a chi sceglie percorsi umanistici e dovrebbe essere offerta molto prima nel percorso formativo. C’è, inoltre, la necessità di una formazione parallela – tecnica e professionale – e questo potrebbe avvenire sviluppando piccoli hub territoriali collegati tra di loro e a centri più estesi attraverso cui portare avanti formazioni diverse: universitaria, professionale e tecnologica così da elevare la formazione e al contempo valorizzare i territori”.
Numerose sono le applicazioni che l’intelligenza artificiale sta trovando in Italia e ancora più ampi sono gli impieghi nell’immediato futuro. Non solo nel contesto strettamente informatico, ma anche agricolo, produttivo, medico, dando spazio anche a filiere più sostenibili.
“L’AI si può considerare come l’elettricità del nostro tempo – ha dichiarato Giorgio Metta, Direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia – e sarà sempre più presente nella nostra vita in ogni campo di ricerca. Ci aiuterà a far funzionare sistemi robotici in grado di aumentare la sicurezza sul lavoro, supporterà il medico nella definizione di una diagnosi e nella progettazione di un percorso terapeutico personalizzato e potrà contribuire anche a immaginare nuovi materiali, nuovi farmaci e nuovi processi di produzione che prevedano un uso più sostenibile delle risorse. L’AI migliorerà la vita delle persone ma è necessario conoscerne a fondo le potenziali applicazioni e considerarne il possibile impatto sulla società, un approccio realizzabile solo mediante una stretta collaborazione tra tecnici e policy makers. Gli scenari futuri connessi con lo sviluppo dell’AI sono molti ma quello più interessante e auspicabile è che la progressiva introduzione dell’Intelligenza Artificiale nei processi aziendali consenta di creare professionalità capaci di governare robot e strumenti di automazione anche in maniera creativa, così da allontanare contemporaneamente l’operatore dal fulcro del rischio e, dunque, assicurare maggiori condizioni di sicurezza per il lavoratore.”
In ambito aziendale, l’Intelligenza Artificiale non supporta solo l’anello produttivo della filiera, ma può essere declinata nella costruzione di nuovi modelli di business più interconnessi ed agili, con nuovi approcci alla creazione di valore. “L’evoluzione delle tecnologie di intelligenza artificiale, oggi sempre più accessibili, costituisce un passaggio chiave per concretizzare le grandi opportunità che stanno nascendo nell’ambito della digital transformation – ha commentato Roberto Santolamazza, direttore generale di T2i, Trasferimento Tecnologico e Innovazione – L’intelligenza artificiale consente infatti di trarre valore dalle informazioni, abilitando così processi di miglioramento, fino allo sviluppo di nuovi modelli di business: un meccanismo che necessita di competenze specifiche, la cui ricerca sta portando alla nascita di nuovi terreni di collaborazione tra Pmi e startup, in un’ottica di open innovation”.
Se da una parte le nuove tecnologie e gli investimenti stanno alimentando la trasformazione digitale, dall’altra l’eccesso di burocrazia rischia di ostacolare questo processo di transizione necessario per mantenere solida la competitività dell’Europa. “L’intelligenza artificiale è la tecnologia chiave della rivoluzione digitale. Per continuare a essere un concorrente globale, dobbiamo essere leader nell’IA. Il tempo sta per scadere – ha dichiarato l’europarlamentare Axel Voss – Dobbiamo consentire alle nostre aziende di utilizzare AI basata sui nostri valori europei, altrimenti diventeremo una colonia digitale di altri attori. Dobbiamo dare spazio all’innovazione piuttosto che ostacolarla con oneri burocratici.”
L’AI offre nuovi scenari per le imprese, fornendo la possibilità di potenziare l’efficienza del lavoro, l’automatizzazione e di conseguenza la produttività di tutti i comparti, soprattutto quelli industriali, e contrariamente a quanto si pensa, potrebbe essere un valido boost sul tema dell’occupazione.
“Il nostro tessuto produttivo è fatto di piccole e medie imprese, prevalentemente manifatturiere e di trasformazione. Per restare competitiva, oggi l’Italia deve aumentare la produttività e, al contempo, aumentare il valore aggiunto dei propri prodotti – ha dichiarato Anna Mareschi Danieli di Confindustria – deve trovare quella che definisco la digital way to italian manufacturing. Automazione e Ai portano indubitabilmente maggiore crescita economica. Allo stesso tempo, minacciano molti posti di lavoro a bassa qualifica, ma creano anche nuove opportunità sul fronte dell’occupazione. I robot, infatti, non sono un sostituto diretto per tutti gli esseri umani sul posto di lavoro: invece, la tecnologia sta sostituendo gli aspetti più facilmente automatizzati dei lavori, dando ai lavoratori più tempo ed energia per altri compiti nell’ambito del loro ruolo, a più alto tasso di valore aggiunto. Questo pone e porrà problemi per la carenza di nuovi lavoratori qualificati e l’esigenza di formazione continua per gli attualmente occupati. L’AI è una vera e propria commodity al servizio delle imprese e forse per questo, talvolta, risulta difficile da comprendere. Perché non si tratta di un prodotto specificamente adatto a risolvere una singola esigenza, ma di uno strumento personalizzabile potenzialmente in grado di risolverle tutte. Se questo è il quadro, allora il nostro compito è prima di tutto quello di diffondere conoscenza e favorire l’implementazione consapevole ed etica delle nuove tecnologie nelle imprese di ogni dimensione e settore”.
Sarà proprio il modo in cui verrà approcciata l’Intelligenza Artificiale a definire il futuro in cui vivremo secondo Salvatore Scalzo, esperto di normative sull’Intelligenza Artificiale della Commissione Europea: “L’intelligenza artificiale rappresenta una straordinaria opportunità per la vita delle persone e per le nostre società; al contempo presenta dei rischi per la sicurezza, la salute e i diritti fondamentali che vanno affrontati. L’UE persegue con convinzione un approccio umano-centrico all’intelligenza artificiale, basato su due pilastri: un ecosistema di eccellenza e un ecosistema di fiducia. Il pacchetto di misure approvato dalla Commissione Europea nel 2021 sostanzia questo duplice obiettivo. Il pacchetto contiene la revisione di un piano coordinato con gli Stati membri di politiche e investimenti in AI con l’obiettivo di raggiungere un volume annuo d’investimento di 20 miliardi nel corso del decennio e, assieme al piano coordinato, il primo regolamento a livello mondiale in materia di AI.”
Rassegna stampa
“Imprese, serve innovazione ma le Pmi non hanno risorse” – La Tribuna di Treviso, 27.11.2022