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30 Giugno 2016C’era anche un po’ di Veneto a New York al primo forum mondiale sugli obiettivi di sviluppo sostenibile organizzato dall’ONU ed intitolato “Multi-stakeholder Forum on Science, Technology and Innovation for the Sustainable Development Goals (STI Forum)” gli scorsi 6 e 7 giugno.
E’ stato il primo momento nel quale le Nazioni Unite hanno voluto ribadire l’importanza della tecnologia e delle politiche per l’innovazione nel supporto alle sfide globali per i paesi in via di sviluppo. I Sustainable Development Goals (SDGs) sono 17 obiettivi contenuti in un grande piano d’azione firmato durante l’ultima assemblea generale ONU tenutasi lo scorso 27 settembre e sottoscritto da 193 paesi membri. I Paesi si impegnano a raggiungerli entro il 2030 e rappresentano obiettivi comuni su un insieme di questioni importanti per lo sviluppo: la lotta alla povertà, l’eliminazione della fame e il contrasto al cambiamento climatico ma anche l’innovazione nella produzione e le infrastrutture, la crescita economica, le fonti rinnovabili di energia, la salute ecc.
La sessione plenaria ha visto la partecipazione delle più alte cariche istituzionali ed i saluti del segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon nonchè gli interventi di gran parte delle rappresentanze permanenti e di tecnici di altissimo profilo come, una su tutte, la consigliera per le scienze e la tecnologia del presidente Obama ed ex vice presidente di Google, Megan Smith.
Il format prevedeva delle sessioni parallele pomeridiane (sideshow), selezionate (così come i relatori) attraverso un concorso aperto a tutte le principali istituzioni mondiali operanti nel settore. La sessione intitolata “Realizing the potential of science, technology and innovation for all to achieve the Sustainable Development Goals: let’s walk the talk!” è stata il frutto di una collaborazione tra l’Università di Maastricht (Olanda) ed il dott. Anilkumar Dave (in qualità di advisor su temi di innovazione inclusiva ed innovazione sociale per i paesi in via di sviluppo) ed è stata un momento di confronto molto importante ed apprezzato, oltre ad aver avuto un buon successo di pubblico e di visibilità.
Nella candidatura della sessione, scritta in collaborazione con la Prof.ssa Shyama Ramani (Fondazione STI4Change e Univ. Maastricht), si è enfatizzato come nella lista dei 17 SDGs e dei 169 obiettivi la parola ‘science’ sia ripetuta 10 volte; ‘technology’ 31 volte ed ‘innovation’ 17 volte, a riprova dell’importanza che rivestono e del loro ruolo centrale.
L’intervento del dott. Dave ha aperto la sessione e si è focalizzato sul ruolo degli intermediari e delle Piccole Medie Imprese come motori di crescita in paesi nei quali i termini stessi ‘Innovazione’ e ‘Tecnologia’ devono essere adattati ad aspetti non solo di crescita ma anche di sfide globali.
Partendo da alcuni esempi concreti sulle prossime sfide nei paesi in via di sviluppo ed in particolare dagli SDG 9 “Industry, Innovation and Infrastructure” ed SDG 17 “Partnerships for the Goals” il dott. Dave ha suggerito degli approcci per lo sviluppo di un nuovo tipo di intermediari per l’innovazione (e la crescita) ed il nuovo ruolo delle piccole imprese nei paesi emergenti o in quelli arretrati.
Durante la presentazione si sono presentati dei casi di successo da cui sono maturate (adattandole al contesto socio-economico) alcune buone prassi tra cui l’esperienza di t2i ed il suo ruolo di motore propulsivo per le imprese del territorio sempre con l’innovazione ‘al centro’.
“E’ stata un’esperienza indimenticabile“, ha dichiarato il dott. Dave, “ma al tempo stesso un importantissimo punto di partenza in quanto è stato riconosciuto il ruolo della scienza e tecnologia. Pur occupandomi ogni giorno di tecnologie di alto profilo per imprese ‘occidentali’ di medie dimensioni, le attività che svolgo in altri ambiti e che mi portano a conoscere meglio i paesi in via di sviluppo, India in primis, mi hanno permesso di capire come a volte non sia il valore della tecnologia in sè quanto la sfida socio-economica che contribuiscono a risolvere il vero valore intrinseco“.